“Papa nostro che sei nei cieli” è il titolo più bello che ho condiviso fra le tante parole che hanno invaso le nostre menti in questo periodo pasquale che ha visto la Via Crucis, lunga e sentita in tutto il mondo, di Papa Giovanni Paolo II. Ringrazio Dio di averci mandato un uomo che sarà sempre un IDEALE DI VITA CRISTIANA basata sull’ umiltà, sulla disponibilità verso il prossimo e sull’ amore verso la vita e verso cosa c’ è di terreno in essa. Karol Woitjla è stato il vero PELLEGRINO DI GESÙ con 250 viaggi e 129 paesi visitati, un uomo che ha scritto tanto oltre che parlato, 70 mila sono i documenti da lui firmati, fra encicliche, lettere apostoliche e 5 libri, fra cui “Alzatevi , Andiamo” che sto attualmente leggendo. Ha incontrato nelle 738 udienze in Vaticano capi di stato ufficiali e tante ufficiose, come Lech Walesa, Carter, Arafat, il Premier Israeliano Peres, Gorbaciof e Saddam Hussein. Un uomo che credeva nella santità del cuore umano, tanto che ha proclamato 1338 beati e 482 santi, un GRANDE COMANDANTE se pensiamo ai 232 cardinali nominati, alle 15 assemblee del Sinodo dei Vescovi convocate, difensore delle riforme del Concilio infatti il 2 luglio 78 scomunica Monsignor Lefebvre, cattolico francese tradizionalista. Un uomo primo in tutto, primo papa che trasmette in Internet, che visita la Sinagoga di Roma e prega con gli Ebrei chiamandoli fratelli maggiori, primo che si inginocchia al Muro del Pianto e chiede perdono, che ribadisce Gerusalemme patrimonio di tutti i Credenti. Primo papa a pregare in una chiesa protestante e che apre la porta Santa al Giubileo 2000 con un rappresentante della chiesa ortodossa e uno della chiesa anglicana, che ha aperto relazioni diplomatiche con Israele, l’ Unione Sovietica, Stati Uniti e in fine primo che visita il Parlamento Europeo e che entra a Montecitorio nella camera dei deputati. La sua è una personalità complessa che spiega lui stesso con questa frase: “Tutti cercano di Comprendermi dall’ Esterno, ma io posso essere compreso solo dall’Interno”, un pontefice con il cuore da prete e mente da laico che è stato l’ Artefice di eventi straordinari come la caduta del muro di Berlino col conseguente crollo del comunismo nei paesi dell’ est, la nascita del Sindacato Solidarnosc, di cui diventerà presidente lech Walesa, la fine della dittatura di Augusto Pinochet dopo il suo pellegrinaggio in Cile del 1987, i negoziati segreti tra il vaticano e Roma, l’ incontro a Cuba con il dittatore Fidel Castro, le visite in Paraguay, nelle Filippine, in Africa e in Argentina. Il suo pontificato resterà nella storia perché egli ha rappresentato la figura cardine della rivoluzione del 1989 , il COMUNISMO sarebbe comunque crollato, perché mostrava la sua inefficienza ma è avvenuto nel ’89 e non dieci anni dopo , è avvenuto soprattutto “senza alucuna violenza di massa” perché egli ha operato la rivoluzione delle coscienze con il suo pellegrinaggio nell’Est dell’Europa ed in Polonia nel 1979, questo lo può far considerare un papa politico ma in effetti egli era un ATTIVISTA DEI DIRITTI UMANI in particolare quello sulla LIBERTÀ RELIGIOSA è stato esplosivo e rivoluzionario. Nel suo lunghissimo pontificato, oltre 25 anni, che ha inaugurato con
quella famosissima frase: “Non abbiate paure, Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo” non sono mancate anche le sconfitte: si è battuto per l’ Unità dei Cristiani ma la Chiesa Ortodossa non gli ha risposto con l’ urgenza che sentiva, il governo cinese ha posto resistenza alle richieste del papa a un dialogo aperto, la Russia che aveva dato speranza con Gorbaciov è stato un paese che non ha accolto il papa e poi la lotta per la pace,quanti appelli, quante speranze, quanti incontri come quello di Assisi del 1986. Il punto di riferimento della sua vita è sempre stata la madre di Dio, che lo ha condotto per la via sacerdotale dopo aver perso tutti i componenti della sua famiglia. Insegnando filosofia e teologia imparò a PARLARE AL CUORE DELLA GENTE, dei leader che volevano far guerra e soprattutto al cuore dei giovani. Proprio ai GIOVANI egli ha affidato l’ annuncio del vangelo nel III Millennio, è con i giovani che canta in Francia dicendo che “Stando con i giovani si diventa Giovani”. E’ a Colonia in Germania che dà loro appuntamento, ma lì ci sarà solo guardandoli “appoggiato alla finestra del padre”, è a loro che rivolge i suoi ultimi momenti di sofferenza nei quali dirà “Vi ho chiamato e siete venuti da me, vi ringrazio”. Un Uomo che è stato giovane fino all’ ultimo, se per giovane si intende colui che non accetta le regole, che scende tra la gente a confessare, ad accarezzare, ad abbracciare come i giovani fanno, cercando il contatto fisico. Un giovane nello spirito ma anche nel corpo, uno sportivo vero, andava i canoa, nuotava, sciava e come non ricordare le sue fughe sulle alpi, dove sembrava congiungersi col Paradiso. Un fotografo ha detto che la sua grande fortuna è stata quella di poter fotografare il volto del Papa con la Gente che incontrava , come quella visita fuori programma a un villaggio di lebbrosi che per la prima volta si sentirono persone, così anche con Suor Madre Teresa di Calcutta, “La piccola donna innamorata di Cristo”, come lui la definiva. Amava questa donna come amava la Madonna e tutte le altre DONNE delle quali riconosceva il ruolo in “lettera alle donne” del 10 / 07 /2005 dove scrive “grazie a te donna per i fatto stesso che sei donna”. Giovanni Paolo II ha in questo modo esaltato il genio femminile, ma allo stesso tempo è stato accusato di maschilismo per non aver approvato l’ aborto e per aver ribadito il “NO” alle donne sacerdote firmando la lettera apostolica “Ordinatio sacerdotalis”. Papa Giovanni Paolo II ha anche avuto diversi problemi con la salute, ma è dal 2002che mostra sempre più evidenti i segni del Parkinson, eppure egli riuscirà sempre a superare sé sesso aggrappandosi alla croce di cristo. Durante l’ Ultima Via Crucis tiene stretta la Croce come fosse un baluardo; così facendo, mostrando la sua sofferenza, ridà dignità al MALATO,ai disabili e a chiunque soffra, spiegando che la malattia è la scorciatoia per unirci a Cristo. Di questo papa mi rimarrà però impressa la sua capacità di chiedere PERDONO, persino a chi voleva ucciderlo nell’ attentato del 13 / 05 / 2005: Ali Agca. Dopo l’ attentato egli commenterà “ una mano ha sparato, un’ altra ha deviato la pallottola” riconoscendo in quella la mano della madonna che ancora una volta lo aveva protetto, come predetto nel 3° Mistero di Fatima. Ora la sua vita terrena si è conclusa. Gente di ogni età, religione, razza in una interminabile coda visibile dal satellite gli rendeva omaggio, in una Roma soleggiata ma su cui spirava il vento che girava le pagine del Vangelo sull’ Umile bara di cipresso, deposta nella nuda terra, nel posto che fu di papa Giovanni XXIII.

Ilario De Vincenzo